Sono una ragazza di ventidue anni e ho capito quanto sia controproducente mentire a se stessi e vivere una vita senza essere in comunione profonda con i propri bisogni e desideri reali.
Tutto è iniziato con un attacco di panico,la mancanza di aria per respirare,e poi perdita di stimoli nei confronti della vita e mancanza di senso delle cose che mi circondavano.
Un vortice che in poco tempo,da quell’orribile sintomo iniziale,mi ha trascinato sempre più in basso,fino a che ho toccato il fondo.Ho provato sulla mia pelle la voglia di morire,di porre fine a quell’agonia sconosciuta, e apparentemente priva di senso.
Ed è stato col contatto del dolore profondo,presa dalla smania di ritrovare la pace,che per la prima volta dall’ultimo anno e mezzo mi sono guardata dentro davvero.
Solo in quel momento sono riuscita ad entrare in contatto con la mia realtà,con quello che la mia voce interiore mi stava comunicando ormai da tempo,ed alla quale io,per paura di soffrire,di mettere tutto in discussione,di abbattere ciò che fino a quel momento avevo costruito,non avevo mai dato retta prima.
Ho ripercorso per la prima volta,con razionale lucidità,imponendomi di non mentire a me stessa sul benchè minimo particolare, il mio rapporto sentimantale con Nicola,intuendo che il nocciolo della mia sofferenza era lì .
Non appena io e questo ragazzo ci siamo conosciuti, sin da subito ho percepito in lui una caratteristica che mi ha affascinata:era pazzo di me!So che questa non è una caratteristica che di solito intriga la maggior parte delle ragazze,ma io,che purtroppo ho un aspetto narcisistico molto sviluppato,ho ceduto al fascino del mio adulatore come un’ape a quello del fiore .
Avevo fatto breccia nel suo cuore come mai in nessuno prima.Ogni suo gesto,ogni sua parola,ogni suo sguardo mi faceva sentire la donna più desiderata e perfetta al mondo.Per lui non avevo difetti e tutto mi era dovuto .Io dal canto mio ho apprezzato in lui la dolcezza,la sensibilità e purtroppo quell’insicurezza che mi faceva sentire la parte più forte del rapporto. In realtà infatti, manipolavo Nicola per renderlo il più possibile vicino al mio ideale di uomo.
Inizialmente questo rapporto mi dava sicurezza,ma poi la stessa sicurezza che all’inizio mi faceva stare bene mi ha soffocata.Io vedevo Nicola come un figlio,da educare,da crescere ed io per lui incarnavo la madre,l’insegnante.Ho creato una fotocopia di me stessa,e nello stesso tempo uno specchio che sempre mi diceva che ero ”la più bella del reame!”.
Ad un certo punto però,per fortuna,è emersa la parte autentica di me,che urlava e si disperava perché non solo era insoddisfatta,ma stava piano piano appassendo,perdendo completamente la vita.Per mesi ho ignorato la voce dentro me che chiedeva giustizia.Giustizia perché io voglio un uomo accanto che mi faccia innamorare per la sua saggezza,le sue idee,la sua personalità…perché sappia starmi accanto nel modo giusto, che non accetti passivamente i miei difetti,ma mi aiuti a tirare fuori la parte migliore di me.
Non posso tollerare più di essere adorata,non sono una bambola da ammirare ma una donna che ha bisogno di un continuo confronto stimolante con il suo uomo.Per me l’amore non è quello che stavo vivendo,l’amore è pienezza,gioia profonda, condivisione…
Ma per arrivare a questo la strada è lunga e il primo passo necessario da fare è l’accettarsi così come si è ,nella nostra diversità o meglio,unicità.
E guardare sempre in faccia la realtà sia su noi stessi che sul mondo perché così potremo cambiare ciò che non ci piace,e vivere le cose senza illusioni,costruendo qualcosa di concreto.
Se mentiamo a noi stessi, potremo dire con fierezza di essere padroni della nostra vita.